Il Sommacco In Sicilia

frutto sommacco acerboIl sommacco siciliano (Rhus Coriaria L.) è una pianta che si trova tipicamente nelle campagne siciliane, parte delle Anacardiacee. Questa specie è originaria dei paesi del mediterraneo, e dei paesi arabi e asiatici. Ma oltre alla Rhus Coriaria, nativa della Sicilia, molto diffusa è la Rhus aromatica, originaria del nord America. In tutto, le specie di sommacco attualmente conosciute sono più di 200, di cui molte sono velenose.

Tornando al sommacco siciliano, si tratta di un arbusto che può raggiungere l’altezza di circa 3 m. Questo produce foglie di grandezza fino a 10-20 cm, caratterizzate da un bordo seghettato. Le foglie al tatto appaiono pelose e morbide. I fiori hanno una colorazione giallo verde, si presentano raggruppati in racemi composti, ossia in forma di pannocchia.

La fioritura avviene nel periodo caldo, tra il mese di maggio e agosto. I frutti si presentano come drupe di colore rosso scuro, sono carnosi e succosi. In Sicilia, questa pianta è molto diffusa nelle province di Trapani e Palermo, ma è possibile trovarla anche in altre zone del sud Italia. La sua diffusione inoltre è attestata in Medio Oriente e nell’Europa meridionale.

Gli usi tradizionali del sommacco

Il nome sommacco rimanda dalla parola araba summāq, che deriva da summāqia. Questo termine indica un piatto islamico molto ricco e speziato. Probabilmente il nome è stato attribuito a questa pianta per via dei frutti, che essiccati possono essere utilizzati come spezie.

L’utilizzo del sommacco siciliano, per vari scopi, rimanda a lunghe e antiche tradizioni. Oggi questa pianta non di rado viene ritenuta infestante, e i frutti sono velenosi, se vengono consumati freschi.

Tra i vari utilizzi del passato ritroviamo questa pianta nella concia delle pelli, grazie ai tannini che venivano estratti dalla corteccia e anche dalle foglie. Inoltre il sommacco era adoperato anche per la creazione di coloranti naturali. La stessa corteccia ridotta in polvere, veniva anticamente usata per le proprietà antisettiche.

Proprietà e benefici per la salute

Il sommacco contiene diverse componenti benefiche: vitamina C, tannini, acido fenolico, glicosidi, flavonoidi. Ha dunque funzioni antibatteriche, utile soprattutto per contrastare l’Helicobacter pylori, quindi per gastriti e ulcere.

Attivo anche contro il Proprionibacterium acnes, che causa l’acne e per curare la salmonella. Il potere antiossidante è davvero un fattore di rilievo di questo frutto; per avere un’idea è circa 70 volte più antiossidante rispetto a una mela.

Basterebbe consumare 2 grammi al giorno di sommacco per superare di gran lunga la quantità di anti ossidanti giornaliera consigliata. Tra i benefici per la salute ritroviamo dunque protezione da malattie di tipo degenerativo, cardiovascolari, diabete.

Infatti il sommacco ha anche una funzione ipoglicemizzante: rallenta l’assorbimento dei carboidrati. Abbassa inoltre i livelli di colesterolo, e grazie ai tannini riduce l’infiammazione vascolare. ­Ha inoltre effetti anti microbici, anti infiammatori, anti fungini.

Il sommacco in cucina

sommacco in cucinaIl sommacco è una pianta tuttora nota e apprezzata per le sue proprietà benefiche e per i forti poteri antiossidanti. I frutti, succosi e carnosi, sono velenosi se utilizzati freschi, ma raccolti prima della completa maturazione, possono essere essiccati.

Da essi si ricava il sommacco o sumac, una spezia venduta sia macinata che in grani interi. Tale spezia ha un sapore pungente e un po’ acidulo, e viene molto sfruttata nella cucina mediorientale e dei paesi arabi. Ad esempio il sommacco viene utilizzato in alimenti come l’hummus, in bevande e anche in preparazioni con carne e pesce. Grazie al suo sapore acidulo viene spesso usata anche in sostituzione di condimenti come l’aceto o il limone.

Anche se, come abbiamo ripetuto, i frutti freschi sono velenosi, questi possono essere utilizzati per creare succhi e salse per infusione. In questo caso bisogna tenerli in ammollo per circa 15 minuti. Ma attenzione, tra le diverse varietà di sommacco, vi sono quelle del tutto velenose, che in nessun caso possono essere utilizzate a scopo culinario.

 

Una ricetta fresca a base di Sommacco

Proponiamo qui la ricetta di una tabulé, una piatto semplice e gustoso, per le giornate calde. Si tratta di una sorta di insalata dai sentori arabi, diffusa anche in Sicilia.

Per la ricetta serviranno:

  • Prezzemolo 120 gr
  • Grano saraceno o quinoa – 60 gr
  • Menta fresca
  • Pomodorini pachino 200 gr
  • Mezza cipolla
  • 1 limone
  • Olio extravergine d’oliva
  • Sommacco in polvere

 

Per la preparazione:

tabboulehLavare le erbe e tagliarle finemente con un coltello affilato. Lavare il grano sotto l’acqua corrente, e lasciare in ammollo, per almeno 10 minuti in modo che si ammorbidisca. Poi strizzarlo per eliminare l’acqua eccedente. Mettere il grano in una ciotola e condirlo con olio e il succo del limone, quindi lasciarlo a riposare in modo che i condimenti vengano assorbiti.

Basterà circa mezz’ora, è importante evitare che si inzuppi. Tagliare finemente la cipolla, mescolarla con sale e sommacco. Aggiungere la cipolla al grano, insieme alle erbe che abbiamo già tritato. Completare il condimento a proprio piacimento mescolando il tutto.

Completare il tabulé con i pomodorini tagliati a pezzetti e servire su un ampio piatto di portata, guarnendolo con foglioline fresca di menta.

Fiori Blu di Sicilia: Fiori e Flora Siciliana

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Silene in Sicilia

Con il nome Silene si indicano oltre 300 specie di piante, che appartengono alla famiglia delle Caryophyllaceae. Di queste, circa una cinquantina vivono in Italia e molte appaino nella flora siciliana. Alcune specie sono molto comuni, si tratta di piante spontanee come la Silene vulgaris, la Silene armeria, la Silene sericea, la Silene italica. Altre specie sono più rare: la Silene apetala, la Silene auriculate, la Silene Fructicosa. Esistono inoltre alcune specie che vengono coltivate e utilizzate per creare aiuole ornamentali, o per limitare spazi come la Silene Pendula, la Silene Alperstris e altre varietà.

silene celirosa in siciliaIl nome “silene”  deriva dal greco “silenos” e si riferisce alla forma rigonfia del calice. Questo infatti rimandava alla forma del ventre di Silenus, un semidio della mitologia greca. Si trattava di un essere metà uomo e metà cavallo, compagno e tutore del dio Dionisio.

Molte specie vengono utilizzate come foraggiamento per gli animali, dato che sono diffuse in pianura e in montagna. Le piante di silene sono il nutrimento esclusivo di alcune specie di lepidotteri. Vi sono alcune varietà di Silene che vengono coltivate e utilizzate per l’ornamento di giardini e siepi, bordure ed elementi separatori.

silene celirosa in siciliaL’utilizzo della Silene nella cucina popolare riguarda la Silene vulgaris e la Silene italica. Queste vengono spesso definite con nomi locali come: stridoli, sonaglini, schioppettini, strigoli e tanti altri. Alcuni dei nomi popolari derivano dal rumore che fa il calice se viene schiacciato tra le dita. Anche le foglie, se sfregate emettono un particolare stridolio. Le foglioline della silene sono le uniche parti della pianta che vengono usate in cucina, anche per preparare piatti depurativi.

Queste sono caratterizzate da un sapore molto delicato, e vanno raccolte prima della fioritura. Dopo infatti il loso sapore tende più all’amarognolo. Il consiglio è quello di consumare le foglie a crudo o cotte per pochissimi minuti, in padella, lessate o al vapore. Le foglie contengono infatti sali minerali, fenoli e vitamina C. Possono essere usate come misticanza, o scaldate in acqua e poi condite, oppure utilizzate per frittate, zuppe, sformati, risotti.

Sin dall’antichità questa pianta è conosciuta per le sue proprietà depurative e diuretiche. Il suo utilizzo è benefico per l’intestino, inoltre è sempre stata utilizzata per curare disturbi e affezioni agli occhi. Questa pianta è utilizzata anche in cosmetica, per l’azione emolliente, dato che presenta una buona concentrazione di acidi grassi. La ritroviamo quindi in creme e saponi.

Silene notturna

silene notturnoLa Silene notturna (Silene noctifora) è una pianta annuale della famiglia delle Caryophyllaceae detta così perché dotata di fiori che si aprono durante le ore notturne. Ricordiamo che alcune specie di Silene vengono anche dette “fiori della luna”.

Si tratta di una pianta dotata di radici fittonante, con fusto eretto, che può raggiungere un’altezza di circa 40 cm. Le foglie sono diverse in base alla collocazione. Quelle inferiori sono spatolate e lunghe fino a 10 cm. Quelle superiori sono lanceolate collocate in modo opposto tra loro e lunghe fino a 8 cm.

Questa pianta presenta delle infiorescenze bipare, con un breve peduncolo. I fiori sono ermafroditi e pentameri, sono caratterizzati da un bel profuma e si schiudono solo di notte. La corolla è di colore rosa chiaro con 5 petali che nella parte bassa tendono al giallastro. La fioritura della Silene notturna avviene tra il mese di maggio e agosto. L’impollinazione, data l’apertura dei fiori di notte, avviene esclusivamente ad opera di insetti notturni.

In Italia la Silene notturna è considerata una pianta rara, e si presenta soltanto nel nord della penisola, ad altitudini fino a 1300 m s.l.m.

Silene celirosa

silene celirosaLa Silene celirosa (Silene coeli-rosa) è una pianta rara annuale, appartenente alla famiglia delle Caryophillaceae. Questa può raggiungere un’altezza di 50 cm, è dotata di foglie a forma lanceolata molto sottili. Le infiorescenze sono pentamere, di colore rosa/viola che tende al bianco nella parte bassa.

I frutti sono capsule lunghe circa 17 mm. Grazie alla fioritura questa pianta viene molto utilizzata come pianta ornamentale da giardino, in grandi gruppi. I semi infatti si trovano normalmente in commercio.

La silene celirosa è distribuita nelle zone mediterranee. In Italia la ritroviamo in Campania, Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna e Sicilia. La crescita spontanea avviene soprattutto su terreni aridi e incolti. Il periodo di fioritura di questa pianta è tra aprile e giugno, e cresce fino a 1200 m s.l.m.

Silene sicula

silene sicilianoLa Silene sicula (Silene italica supbs. sicula) è una pianta perenne, sub-specie della Silene Italica, appartenente alla famiglia delle Caryophyllaceae. Questa pianta erbacea è dotata di fusto eretto, alto fino a 30 cm, con foglie basali spatolate, e foglie cauline piccole e lineari.

I fiori sono color rosa pallido tendente al bianco. I petali sono divisi in due lacinie. Questa specie deve il suo nome al fatto che è presente soltanto nell’Italia meridionale con prevalenza in Sicilia.

La fioritura avviene e da maggio a luglio, cresce fino a 1400 m s.l.m, in prevalenza nei boschi e nelle radure.

Fiori Blu di Sicilia

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Il Cardo in Sicilia

Il cardo è il nome comune utilizzato per indicare numerose specie del Carduus, appartenente alla famiglia delle Asteracee, ma anche delle Apiacee e delle Dipsacacee. Si tratta di specie annuali, bienni o perenni, caratterizzate da foglie spinose e fusti eretti che possono essere più o meno ramosi.

Queste erbe sono diffuse in diverse parti del mondo, le ritroviamo nelle Isole Canarie, nell’Africa Boreale, in Giappone e in Europa. In Italia in particolare sono diffuse diverse specie, che variano a seconda della regione. Il cardo è presente anche in Sicilia, Con particolari varietà, come il Cardo rosso e il Congestus Guss.

Tra le varie piante di questa specie, il Dipsacus fullonum detto comunemente Cardo dei lanaioli, veniva utilizzato nelle operazioni di cardatura e pettinatura della lana. I cardi sono utilizzati anche nell’industria, ne vengono ricavati olio e carta. Alcune parti della pianta giovane possono essere utilizzate per usi culinari.

Il cardo minore

il cardo minoreIl cardo minore (Carduus tenuiflorus) ha durata biennale, ed è caratterizzato da infiorescenze spinose dal colore violetto. Appartiene alla famiglia delle Asteracee. La sua lunghezza può variare dai 20 ai 70 cm, e nella variante americana può raggiungere anche i 2 m.

La radice si presenta grossa e garantisce un buon ancoraggio al terreno. Il fusto è eretto e ramoso, con presenza di foglie basali e foglie cauline. L’infiorescenza ha in genere da 3 a 8 capolini, nei quali vanno a inserirsi fiori tubulosi.

Questi sono ermafroditi, attinoformi, con calice e corolla pentameri. La corolla è lunga dai 10 ai 14 mm e ha un colore purpureo chiaro. I frutti del cardo minore sono acheni di colore marrone chiaro o grigio.

L’impollinazione è entomogama, avviene attraverso gli insetti, così come la dispersione dei semi dopo la loro caduta. Questa specie prolifera in habitat aridi e incolti con substrato calcareo o siliceo. È presente ad altitudini fino a 800 m s.l.m. In Italia si trova in maniera discontinua dalle Alpi alle isole.

Il cardo saettone

Il cardo saettoneIl cardo saettone (Carduus pycnocephalus) rientra tra le piante bienni della famiglia delle Asteracee. Il nome pycnocephalus fa riferimento alla forma e alla consistenza dell’infiorescenza, infatti pyknos e cephalus in greco significano proprio testa compatta.

Questa varietà ha fusto eretto che in media è alto tra i 20 e i 60 cm, con altezze massime di 120 cm. Il ciclo di crescita di questa pianta è biennale, con fioritura completa solo al secondo anno. Come in altre piante della specie, la radice è grossa e funge da ancoraggio al suolo. Il fusto è ramoso, provvisto di spine lunghe fino a 15 mm. Il cardo saettone presenta foglie basali pannatolobate, e foglie cauline sessili.

Nella parte alta troveremo da 2 a 5 capolini raggruppati; l’infiorescenza distingue questa specie da altre della famiglia delle asteracee, in quanto è di tipo tubuloso. I fiori sono ermafroditi, e con corolla pentamera. Il colore va dal rosa al bianco, in alcuni casi tende al purpureo. I frutti sono acheni carrucolati, color marrone chiaro o grigio. L’impollinazione è entomogama, avviene per mezzo degli insetti, il che determina anche la riproduzione. Anche la dispersione dei semi caduti avviene grazie agli insetti. Questa varietà è presente un po’ ovunque sul territorio italiano fino a 1000 s.l.m. La ritroviamo sui bordi delle strade, su terreni non coltivati e aridi. Il substrato può essere calcareo o calcareo/silicio.

Il cardo dentellato

Il cardo dentellato (Carduus defloratus) è una pianta della famiglia delle Asteracee, perenne. Il nome di questa variante, “defloratus”, in latino significa “sfiorito”, probabilmente in riferimento alla posizione inclinata del capolino. Il cardo dentellato ha altezza media tra i 35 e i 50 cm, con altezza massima di 80 cm.

La conformazione di questa pianta vede un fusto eretto a sezione cilindrica, privo di foglie nella parte alta. Queste vi sono nella parte bassa, ove è presente una rosetta basale. Le foglie sono lancelolate e spinose nella parte esterna, glabre nella parte superiore e ricoperte di peli pluricellulari nella parte inferiore.

Questa pianta presenta capolini solitari caratterizzati da un’inclinatura verso il basso. Le infiorescenze sono tubulose, ermafrodite e pentamere. La corolla può essere lunga fino a 18 mm, ed è di colore porpora chiaro. I frutti sono acheni di colore chiaro. L’impollinazione avviene tramite insetti, la fioritura si verifica tra maggio e settembre. Anche i semi, una volata caduti, vengono dispersi dagli insetti, in special modo formiche.

Questa pianta è diffusa in tutte le zone d’Italia, fino ad altitudini di 2000 m s.l.m. In particolare la ritroviamo su terreni aridi, calcarei e molto soleggiati.

Il cardo rosso

cardo rossoIl cardo rosso (Carduus nutans) fa parte delle Asteracee è una pianta erbacea con ciclo di vita biennale. Il nome nutans, deriva dal fatto che il capolino, inclinato verso il basso, oscilla al vento.

Questo cardo è caratterizzato da un fusto eretto, di colore bianco, foglioso e spinoso, che può raggiungere la dimensione di 100 cm. Negli Usa sono stati trovati esemplari anche di 5 m. I capolini possono variare da 1 a 20, e in alcuni casi possono arrivare fino a 50. La radice è grossa e ancora il fusto al terreno, le foglie sono di colore verde scuro a lamina sinuata. Queste hanno una superficie glabra o cerosa, nella parte alta, e filamentosa nella parte inferiore.

I fiori sono tubulosi, su peduncoli reclinati verso il basso, sono caratterizzati da un colore rosso purpureo e un odore muschiato. La corolla può misurare dai 18 ai 22 mm. La fioritura avviene tra giugno e agosto; il cardo rosso è ricco di nettare e l’impollinazione si verifica per opera di farfalle e api. I semi sono di colore giallo o marrone, e sono dispersi dal vento e trasportati da insetti.

Il cardo rosso presenta diverse sottospecie, ed è diffuso in tutta Italia, fino a 1700 m s.l.m. Viene ritenuta una pianta infestante, predilige le zone assolate, aride, sassose, rurali, ma appare anche lungo i bordi delle strade. Tra le sottospecie troviamo il Carduus Nutans Siculus, detto anche Cardo siculo, caratterizzato da foglie con nervi, peduncoli lisci. Questa sottospecie è diffusa esclusivamente in Sicilia.

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